Trattamento terapeutico della fibrillazione atriale all’ospedale di Nola arriva la nuova tecnica ad energia pulsata
Il presidio nolano è tra i primi centri meridionali ad utilizzare il nuovo sistema
L’ospedale di Nola, con il reparto di cardiologia diretto dal dottor Luigi Caliendo, è una delle prime strutture ospedaliere pubbliche del Sud Italia ad utilizzare il nuovissimo sistema ad energia pulsata (Farapulse) per il trattamento terapeutico della fibrillazione atriale.
Si tratta di una tecnologia che consente di eseguire l’isolamento delle vene polmonari, come richiesto dalle attuali linee guida, attraverso un’unica applicazione (single shot).
Permette la riduzione dei tempi procedurali e grazie alla fonte di energia di tipo pulsata elimina le potenziali complicanze.
“Con questa scelta - spiega il direttore generale dell’asl Napoli 3 Sud Giuseppe Russo - la nostra azienda evidenzia il proprio orientamento verso le nuove tecnologie che consentono formidabili salti di qualità nell’erogazione di servizi sanitari efficaci e sicuri per i pazienti”.
“Inoltre - aggiunge il dottor Mario Volpicelli dell’equipe cardiologica/elettrofisiologia di Nola - gli studi clinici sul nuovo sistema ne evidenziano la funzionalità, sicurezza e maneggevolezza per i clinici, l’efficacia e sicurezza per i pazienti. Si aggiunga che la durata della procedura risulta notevolmente ridotta, così come sono ridotti i tempi di degenza dei pazienti, fattori che consentono anche significativi risparmi ed efficienza”.
Permette, sfruttando l’energia pulsata, di modificare in modo selettivo il substrato aritmico lasciando inalterate le altre strutture adiacenti. Questa forma d’onda così selettiva e precisa riduce in modo significato le potenziali complicanze procedurali come dimostrato da innumerevoli trial clinici e studi internazionali
La Fibrillazione Atriale è uno dei disordini più frequenti del ritmo cardiaco, colpisce in particolare gli anziani, con percentuali sul totale della popolazione che vanno dall’1,3% per pazienti sotto i 65 anni al 9-10% per quelli sopra i 76 anni, è responsabile del 20% degli ictus ischemici, può alterare e ridurre la quantità di sangue che ad ogni battito viene messa in circolo nel corpo.